Il tema del risparmio è particolarmente sentito da parte dei cittadini italiani, che vantano il tasso di risparmio privato più elevato dell’intera Unione Europea. Una virtù, quella del risparmio, che fa da contraltare all’enorme mole del debito pubblico, e consente al nostro paese di risultare solvibile. Le modalità d’approccio al mondo finanziario sono radicalmente mutate nel corso degli anni.
Se un tempo, infatti, i titoli di stato la facevano da padrone, oggi la situazione è letteralmente modificata: i rendimenti del nostro debito sovrano sono scarni, sino a qualche mese fa addirittura negativi, e risultano poco attraenti per i cittadini italiani. Nel corso dei prossimi anni, quando l’aumento dei tassi da parte della Banca Centrale Europea sarà concluso, potrebbero tornare nuovamente interessanti.
Stretta monetaria e tassi in aumento: la discesa dei mercati non è dovuto solo alla guerra in Ucraina
Ma il percorso è lungo e tortuoso, richiede qualche anno di tempo. In questo ultimo decennio, alla ricerca del mancato guadagno offerto dai BTP, gli italiani hanno approcciato a strumenti finanziari sino a qualche anno quasi sconosciuti, ottenendo anche dei buoni guadagni. Chi si rivolge allo sportello bancario, ad esempio, ha approcciato al mondo dei fondi comuni, che consentono un’ottima diversificazione del proprio portafoglio.
Di fondi comuni ne esistono di svariate tipologie, che si possono sottoscrivere in base alla tipologia di rischio che si è disposti ad assumersi e all’orizzonte temporale entro il quale si vuol vedere realizzati i propri guadagni. I fondi comuni, tuttavia, sono particolarmente onerosi: le spese di gestione annue incidono sui rendimenti, talvolta zavorrati anche dalla commissione di ingresso da dover pagare all’atto della sottoscrizione del fondo.
Non c’è da stupirsi, quindi, se un vasto numero di risparmiatori ha volto il proprio sguardo al mondo del trading online, dove si possono effettuare operazioni di compravendita in svariati mercati finanziari, da quelli tradizionali come l’azionario sino ad altri, come ad esempio le criptovalute, estremamente innovativi. La vera alternativa ai fondi comuni d’investimento, che – seppur onerosi – restano un efficace strumento di gestione dei propri risparmi, è costituito dagli ETF, acronimo di Exchange Traded Funds.
Investire in ETF o comunque fare degli investimenti in generale (come quelli che trovi qui) è molto importante nel 2022, poiché esistono delle buone possibilità di trovare rendimento in una fase di grande incertezza dei mercati, alle prese con due fattori che hanno provocato sensibili storni sia lato azionario che obbligazionario: l’aumento dei tassi delle banche centrali dopo anni di politica monetaria accomodante; le tensioni geo-politiche causate dal conflitto in Ucraina.
Dove investire nel 2022 in un contesto di grande incertezza
Nei momenti di discesa, infatti, si possono costruire dei portafogli che, in un orizzonte temporale di medio-lungo periodo, offrono dei potenziali rendimenti interessanti. Il mercato obbligazionario, per quanto ovvio, resta ancora sotto stress, visto che l’aumento del costo del denaro, in particolar modo al di là dell’Atlantico, ha colto di sorpresa gli operatori finanziari, che avevano scommesso su un rialzo dei tassi più morbido di quanto ora ipotizza la FED.
Tuttavia, anche nel mondo delle obbligazioni si apre qualche spiraglio interessante. Secondo molti analisti, infatti, il mondo dei bond High Yield statunitense, che negli ultimi quattro mesi ha fatto registrare degli storni non di poco conto, è tornato nuovamente appetibile, grazie ad un aumento delle cedole da parte degli emittenti e un rischio default considerato dagli esperti ancora basso. Meglio privilegiare, tuttavia, le nuove emissioni con scadenze brevi (⅗ anni).
Nel mondo azionario, invece, si sta assistendo ad un sensibile cambio di rotta, complice la stretta monetaria messa in atto da FED, BCE e BOF. Dopo anni di ingente liquidità sui mercati, dove spesso non si guardava ai fondamentali, oggi il quadro è totalmente mutato: per ottenere buoni rendimenti, bisogna essere selettivi, puntare su titoli value (settori più “difensivi”) rispetto al growth.